Equilibrio e Speranza: le due strade maestre per l’Economia Civile

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Dal recente Festival dell’Economia Civile arrivano parole che meritano di essere raccolte e meditate, per la loro capacità di illuminare il rapporto tra responsabilità, giustizia e coesione sociale.

Il professor Gabriele Sepio, docente presso la Scuola Nazionale della Pubblica Amministrazione, ha inquadrato la vocazione dell’economia civile come spazio in cui il Terzo Settore diventa motore di bene collettivo. Ha richiamato l’urgenza di una cultura della cura, ricordando che “la missione degli enti del Terzo Settore si sostanzia nel bene comune” e che oggi è necessario “rimettere al centro la dimensione affettiva ed educativa dei giovani”, come base per una cittadinanza consapevole e solidale.

Su un piano diverso, ma complementare, la riflessione di Gino Cecchettin, presidente della Fondazione Giulia Cecchettin, ha posto l’accento sul valore umano e sociale della Giustizia Riparativa. Le sue parole, semplici e dirette, offrono un orientamento etico essenziale:

“Io sono favorevole alla giustizia riparativa proprio perché può dare un’occasione di dignità a chi ha sbagliato,”
ha affermato Cecchettin, aggiungendo che tali percorsi devono nascere “dalla consapevolezza di aver sbagliato, dalla richiesta di perdono e dalla reale opportunità e volontà di cambiamento”. Una visione che riporta la giustizia al suo significato più alto: quello di responsabilità e riconciliazione.

Nel suo intervento, il cardinale Pierbattista Pizzaballa, Patriarca Latino di Gerusalemme, ha offerto una riflessione sulla ricerca dell’equilibrio come via per contrastare ogni estremismo. Ha detto con chiarezza:

“Non vogliamo essere assistiti, vogliamo essere aiutati a riprendere in mano anche la vita economica, che è essenziale per la società e come alternativa a quella dei radicali e degli estremisti.”
Un messaggio che restituisce dignità all’agire economico come strumento di pace e di autonomia.

A interpretare il valore di queste parole è stato Sergio Gatti, direttore generale di Federcasse, che ha colto nella voce del Patriarca “la sensibilità, la speranza e la determinazione di chi vive ogni giorno la complessità della Terra Santa”. Secondo Gatti, il messaggio di Pizzaballa invita a “ricercare un punto di equilibrio nella relazione” come metodo per contrastare i conflitti e favorire un dialogo autentico.

Da queste voci emerge una comune direzione: l’Economia Civile come spazio di responsabilità e di cura, dove l’equilibrio diventa metodo e la speranza si traduce in impegno. Non un esercizio teorico, ma un invito a pensare la vita collettiva come costruzione quotidiana di giustizia e pace.

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